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Come un secondo cielo

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Come un secondo cielo più denso del primo

a premere in basso un altro orizzonte

con la destrezza di un fabbro

chiedo al destino di poter esserne un maglio

 

Una parte qualunque di quell'azzurro

che nonostante il peso inderogabile

degli eventi senza padroni che reggono le cose

non perde il colore naturale dei suoi sogni

 

Quando non hanno confini che non siano fatti

di sudore e lacrime versate a forza di nuvole

per piegare la terra alle proprie voglie

e trovare il modo osceno di dare frutti

 

Hai ragione tu troppo spesso piango

e mi prendo la testa tra le mani

perchè non vada in frantumi

il fatto è che sono stanco di non essere in tutto

 

Col lutto al braccio per non averti

provo a correre quando la strada si fa più ripida

e buia e ricca di dossi

le mie mosse tutte sbagliate stanno negli annali

 

Di storia del non saper amare a vista

è uno stato di necessità il desiderio che m'inclina

a vincere la pigrizia per farti meno paura

e cercare di piacerti come forse ti piacciono ancora gli autoscontri

 

Tornare al tempo in cui sarebbe stato possibile

raccogliere i pezzi e ricostruire l'assemblato umano

delle nostre incongruenti intemperanze

per dare fuoco alle polveri e bruciare le distanze

 

é fuori dalla mia portata a meno che non stia sognando

con la tua voce che mi chiama 

e mi chiede perchè non abbia voluto cantare

con te quella canzone che ci piace

 

Sono stonato non mi ricordo le parole

con te non ho voglia di giocare

anzi mi fa male e mi vergogno

perchè voglio fare sul serio

 

Tenerti per mano dirti che t'amo con gli occhi nudi

e la speranza di spogliarti piano

oltre i superficiali saluti dei corpi

fare passi da giganti nella scoperta dei segreti

 

Che legano una coppia ma se mi vedi oggi

e vuoi scambiare due parole

non chiedermi come sto

e tutte quelle cose che sai già

 

Sono altrove mi sto allontanando da me

vedo il Sole stringere la sua morsa di ferro

braccio al collo ebbro della sua stessa collera

voglio ardere liquefarmi sublimare 

 

Tutto purchè il vento poi mi porti dove mi potrai respirare

l'amore imperfetto fa incetta di attimi sfortunati

a volte basta vedersi più belli

per trovare la forza di ricominciare ad essere sbagliati.

 Adielle - 19/06/2013 16:22:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Cristina grazie, il tuo paragone non mi dispiace affatto anzi mi lusinga e spendi per me parole bellissime che spero di meritare davvero e comunque sia voglio che tu sappia che i tuoi commenti,non solo questo,hanno il potere di motivarmi perché mi fanno sentire più vero.
Grazie ancora un saluto affettuoso.

 Cristina Bizzarri - 19/06/2013 12:03:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Mi viene da fare un paragone - spero non ti dispiaccia! - tra, da una parte, l’operazione di "contaminazione " della lirica col melodico -moderno (vedi Pavarotti o la Caballè che hanno cantato con artisti di musica moderna),e, dall’altra, la presenza di due registri che coesistono secondo me (non solo questa volta) nella tua poesia: uno densamente poetico, originalissimo e polisemico nel senso che è "aperto"; l’altro appartenente al linguaggio parlato e quotidiano. Trovo che stiano bene insieme anche se avolte mi spiazzano.

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